NIENTE PANICO
di Franco Bagliani | pubblicato il 7 aprile 2022
In questi tempi di incertezza e di forte instabilità diventa estremamente difficile restare fedeli alle proprie strategie e alla teoria studiata sui libri. L'emotività insita in ogni essere umano mette a dura la prova la disciplina di tutti gli investitori del mondo. L'ansia e la paura dilagano e questo non fa che peggiorare la situazione.
Per ottenere buoni rendimenti è fondamentale non farsi contagiare da questi sentimenti controproducenti e rimanere lucidi. Ma come fare? In queste situazioni può aiutare volgere uno sguardo al passato, analizzando l'andamento dell'indice msci world dal 1970 a 2013.
Il periodo non è casuale, nell'arco di soli 43 anni I mercati hanno attraverso diversi momenti di panico, proprio come quello che stiamo vivendo oggi (crisi petrolifere, default vari, bolla delle dotcom, crisi subprime, crisi del debito sovrano e chi più ne ha più ne metta). Prestate particolare attenzione ai rendimenti 10 yr annualized, rappresentate I rendimenti dei 10 anni precedenti. Ovviamente stiamo parlando dei ritorni da un investitore ipotetico che non si fosse spaventato nei momenti più difficili, scegliendo di rimanere investito sui mercati. Sicuramente più facile a dirsi che a farsi, in particolar modo quando tutto il mondo corre a chiudere le proprie posizioni in attesa di tempi più tranquilli. Questa impulsività comune ai molti si rileva fatale. Vendere tutto quando I prezzi sono crollati per poi riacquistare una volta che le quotazioni sono risalite non ha alcun senso. Equivale ad aspettare che finiscano i saldi per comprare il proprio capo di abbigliamento preferito. Ciò che ieri si vendeva a 100 oggi si vende a 60, e la maggior parte degli investitori sceglie di aspettare che quel qualcosa torni a costare 100 prima di acquistare. Con questo non voglio dire che appena i mercati crollano o rallentano bisogna comprare incondizionatamente tutto ciò che ha un prezzo più basso rispetto a un mese prima. Bisogna decidere in anticipo cosa si ha intenzione di fare in queste situazioni, per poi attuare con disciplina la propria strategia lasciando da parte l'emozioni.
Sarebbe sicuramente una buona idea diversificare il proprio portafoglio con strumenti alternativi staccati dalla volatilità dei mercati finanziari, come i private markets. Sono anni ormai che assistiamo ad una crescita vertiginosa di questo settore, così come delle aziende che in esso operano. In Italia tra tutte spicca Azimut. In totale la società italiana gestisce 54,445 miliardi e 4,669 miliardi riguardano strumenti alternativi (8,7%). L’obiettivo è di far salire questa percentuale fino al 15% entro la fine del 2024. Azimut punta anche ad espandersi attraverso l’internazionalizzazione, raggiungendo una divisione 50 e 50 tra Europa e USA e aumentando l’utile netto generato al di fuori dell’Italia sino ad arrivare a 150 milioni. Ad ottobre 2021 il 61% delle masse correlate ai private markets riguardavano l’Italia e il 39% gli Stati Uniti. Cresce anche l’interesse per l’oriente, in particolar modo per la Cina. La società ha diversi partner nei vari mercati in cui punta ad espandersi, in grado di condividere con l’azienda le proprie conoscenze e la propria integrazione con le diverse comunità finanziarie locali. Azimut punta anche a crescere nel settore del fintech, attraverso diverse iniziative. Banca Sintetica, sfruttando la tecnologia di Azimut Capital Tech, ha già iniziato a supportare le pmi italiane mediante l’erogazione di prestiti garantiti. L’obiettivo è di raggiungere 1,2 miliardi di prestiti nel 2025. Un altro esempio è la piattaforma Azimut Marketplace che mira ad espandersi nell’open banking, offrendo ai direttori finanziari delle pmi strumenti in grado di facilitare la gestione delle diverse variabili aziendali. Si punta anche a continuare l’innovazione nell’ambito delle opzioni di raccolta fondi, cercando di rendere accessibili i private markets anche alla clientela retail. E` atteso nel 2022 il lancio del fondo eltif con una soglia minima di sottoscrizione pari a 10mila euro.
Insomma, la sfida per gli investitori rimane la stessa di sempre: scegliere una corretta asset allocation e seguire con disciplina la propria strategia. I private markets si rilevano essere gli strumenti perfetti per garantire una corretta diversificazione del proprio portafoglio e diminuirne la volatilità.