COSA CI ASPETTA NEL 2022?

Il 2022 si preannuncia un anno particolarmente interessante in ambito finanziario, ricco di opportunità ed incognite. Nelle prime due settimane dell'anno nuovo il value ha sovraperformato il growth, i tassi sono aumentati di 20 punti base e il mercato statunitense ha avuto performance inferiori rispetto ad Europa e mercati emergenti. Questi cambiamenti sono influenzati in particolar modo da 2 fattori. Il primo è l'attesa di un aumento dei tassi di interesse, conseguenza quasi forzata di un'inflazione galoppante. Il secondo fattore è l'alta contagiosità della variante Omicron, la quale fa sperare in un rapido raggiungimento dell'immunità di gregge. Tutto ciò sta dando impulso ai settori maggiormente colpiti dalle misure di contenimento messe in atto la scorsa estate.

 

L'inflazione è senza dubbio l'incognita principale. In America ha raggiunto il 7% nel mese di novembre e il 4,9% in Europa. Stiamo parlando di due valori molto alti e ben distanti da quelli che sono i target della FED e della BCE.

I due istituti centrali hanno però idee molto differenti su come e quando ridurre questo discostamento. Nel dicembre 2021 la FED ha annunciato una “accelerata” negli acquisti dei bond, passando da 15 miliardi a 30 miliardi al mese, in modo da terminare il programma di tapering a marzo 2022 invece che a giugno 2022. Tutto questo per prepararsi il più velocemente possibile ad un aumento dei tassi ormai ritenuto necessario da molti, in quanto l'inflazione, in particolar modo negli Stati Uniti, non si può più definire temporanea. Sono attesi 3 rialzi nel 2022. La BCE, al contrario, sarà paziente. Una stretta monetaria prematura non influenzerebbe troppo un'inflazione correlata a fattori legati all'offerta. Nel 2022 si aspetta una stabilizzazione o un calo dei prezzi dell'energia a causa dell'Opec o di Omicron. Per questo motivo stima un’inflazione del 2% nell'anno in corso e del 1,5% nel 2023. I salari stanno crescendo ma meno della produttività e ad oggi nessuno è in grado di prevedere quali saranno gli effetti della nuova variante sull'inflazione. L'effetto potrebbe essere al rialzo, nel caso in cui non venissero risolti i problemi nelle catene produttive, ma anche al ribasso grazie a un rallentamento della domanda. La BCE ha comunque annunciato la fine degli acquisti del piano Pepp (Pandemic Emergency Purchase Program) a marzo 2022. Il consiglio potrebbe inoltre discutere il termine dei rinvestimenti di titoli scaduti del Pepp, al momento fissata a fine 2023. L'aumento dei tassi è atteso per il 2024, in quanto è necessario attendere la fine del programma. A marzo l'istituto centrale europeo dovrà anche esprimersi sull'App (Asset Purchase Program).

Nei prossimi mesi le banche centrali avranno un ruolo cruciale e dovranno prendersi la responsabilità di scelte difficili, mentre cercano di trovare un equilibrio tra politica monetaria espansiva e restrittiva in grado di tenere sotto controllo l'inflazione, senza penalizzare eccessivamente la crescita economica.

 

Alla luce di questi sviluppi diventa sempre più imperativo investire la propria liquidità. In Italia l'inflazione minaccia di bruciare 50 miliardi l'anno dei 1800 miliardi depositati sui conti corrente.

I gestori consigliano le azioni. Sono una delle poche classi di investimento in grado di offrire rendimenti reali positivi. Si stima una crescita dell'azionariato intorno al 4% nell'anno in corso, mentre i soldi lasciati in giacenza sul conto si svalutano del 2% l'anno. La moneta stampata dagli istituti centrali non fa che stimolare gli acquisti e un eventuale aumento dei tassi nel 2022 penalizzerebbe maggiormente le obbligazioni rispetto alle azioni. Una percentuale del portafoglio dovrebbe poi rivolgersi a fondi alternativi (FIA), come i fondi private equity e venture capital. Parliamo di un settore in rapida crescita nel nostro paese che ha però bisogno di riforme in ambito legislativo. Da tempo ormai si parla della normativa del Mef, che ridurrebbe l'investimento minimo da 500 a 100 mila euro e fisserebbe il limite percentuale al 10% dell'intera ricchezza dei risparmiatori. La mossa del Mef sarebbe in grado di far affluire 25 miliardi in più verso i fondi alternativi e favorirebbe anche la nascita di fondi specializzati in investimenti sul territorio italiano. Infine, i gestori consigliano comunque di allocare una percentuale del portafoglio in obbligazioni per controllarne la volatilità, in particolare bond societari di alta qualità e governativi legati all'inflazione. Il consiglio è quello di tenere una bassa durata finanziaria (scadenze brevi) per ridurre il rischio dell'inflazione e di un aumento dei tassi.

 

Il 2022 sarà sicuramente un anno caratterizzato da una forte volatilità, ma offrirà allo stesso tempo diverse opportunità in molti mercati, sfruttabili attraverso molti stili di investimento. Starà all'investitore saper scegliere il giusto mix di strumenti finanziari in grado di ottimizzare i rendimenti.

 

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